Piante e Fiori

Vegetazione spontanea, piante e fiori

Gruppo di piante che per crescere non necessitano di essere coltivate. Questo perché esse sono proprie dell’habitat circostante e traggono nutrimento dagli elementi naturali che le aiutano a riprodursi. Ogni regione geografica ha un suo gruppo specifico di piante spontanee che crescono in base al clima ed alle condizioni naturali. Molte delle piante spontanee sono commestibili e raccolte dall’uomo per uso alimentare. Molto diffuse nella cucina popolare.

Diverse specie di piante spontanee sono utilizzate ad uso officinale e rivestono grande importanza in questo campo. Ovviamente è necessaria una grande conoscenza nella raccolta di piante spontanee per uso alimentare o officinale, in quanto molte di loro sono tossiche per l’uomo. È importante che chi si dedica alla raccolta delle piante spontanee ne abbia un’accurata conoscenza per evitare possibili intossicazioni. Se non avete una grande conoscenza delle piante spontanee, le prime volte fate la vostra raccolta in compagnia di qualcuno più esperto.

Bardana

La bardana (Arctium lappa) è una pianta perenne della famiglia delle Asteraceae. Si tratta di una pianta spontanea e officinale utilizzata in erboristeria e fitoterapia per le sue proprietà terapeutiche. La droga della pianta è rappresentata dalla radice che viene usata internamente ed esternamente sotto forma di: decotto; estratto secco; estratto fluido; tintura madre; soprattutto come cura per l’acne. Esternamente si utilizzano anche le foglie di bardana, per le proprietà antisettiche, lenitive e antipruriginose. La radice di bardana viene utilizzata per le seguenti proprietà: depurative – antisettiche – ipoglicemizzanti – ipocolesterolemizzanti – diaforetiche – diuretiche – colagoghe – blandamente lassative. Le proprietà delle bardana sono date dal fitocomplesso presente nella radice che include inulina, acidi fenolici, mucillagini e tracce di olio essenziale. Pianta caratterizzata da un fusto ramoso e robusto con scanalature. Può raggiungere 1,5m di altezza. Presenta foglie di forma ovata, più grandi verso la base. Di colore verde nella pagina superiore e grigiastro in quella inferiore. Fiori color porpora, riuniti in corimbi chiusi in un involucro con delle brattee uncinate, mentre la radice si presenta cilindrica e voluminosa. In cucina le foglie più carnose possono essere usate in cucina lessandole con altre verdure.

Aparine

Le foglie caratterizzate da pseudo verticilli di 4-12, in parte vere foglie e per il resto stipole modificate ad assomigliarvi, e fiori piccoli bianchi, muniti anch’essi di piccoli uncini. I fiori, di colore bianco, sono molto piccoli, ermafroditi e riuniti in cime ascellari. Questa pianta ha una lunga storia nella medicina popolare, veniva utilizzata sia per uso esterno che per uso interno, per trattare ulcere, ferite e problemi della cute. Galium deriva dalla parola greca gála, che significa “latte” per la capacità della pianta di favorire la coagulazione del latte dovuta alla presenza dell’enzima fitochinasi; Aparine dal greco Aparein che significa “attaccarsi”, per la capacità della pianta ad attaccarsi, per i peli uncinati di cui è rivestita, agli abiti e al pelo degli animali. La pianta si utilizza sia fresca che essiccata. I frutti si adoperano come succedaneo del caffè (non contengono caffeina); mentre la radice torrefatta sostituisce la cicoria e da essa si può estrarre un colorante rosso.

Vitalba

Questa pianta perenne si comporta come unrampicante ed è in grado di allungarsi oltre i 20 metri sugli alberi. Ha un profumo molto tenue, simile a quello del biancospino. Contiene sostanze, quali alcaloidi e saponine in grado di esercitare un effetto potenzialmente velenoso sull’uomo. La Clematisvitalba è una pianta ormai nota soprattutto per la sua capacità infestante. Durante la sua crescita si aggrappa, infatti, ad ogni tipo di sostegno producendo una sorta di liane. Non è una pianta facile da eliminare una volta che si è insediata su altre specie vegetali. Per riuscirci occorre procedere con un totale sradicamento della pianta. In alternativa, la clematide è utilizzata a scopo ornamentale su muri, pergolati e porticati. Pur essendo nota in passato per le sue virtù officinali questa pianta può rivelarsi tossica se assunta in determinate quantità. Oggi viene pertanto consigliata e usata raramente per usi medicinali.

Pratolina

La pratolina comune conosciuta come margherita, è probabilmente la pianta selvatica con fiori commestibili più conosciuta al mondo. Per molti questo fiore è legato ad immagini dell’infanzia: le collane o le corone di margherite, ad esempio. È impossibile che non conosciate, o riconosciate, la pratolina. Gli scapi fiorali, solitamente assai numerosi in una stagione, si differenziano a partire da una rosetta di foglie basali a forma abovata-spatolata che presentano un forte e improvviso restringimento e hanno picciolo alato. I fiori ligulari bianchi, quelli normalmente chiamati petali, possono presentare all’estremità sfumature di colore diverso e da questi caratteri si è partiti per creare le varietà ornamentali da giardino. La lunghezza dello stelo è molto variabile. perché si possono raccogliere le margherite e prepararle come insalata o aggiungerle a un preparato di burro alle erbe o di burro ai fiori. I boccioli vengono marinati e mangiati come sostituto del cappero e i fiori sono commestibili. Dal momento che hanno un sapore leggermente amaro, sono principalmente usati come contorno. Le pratoline hanno proprietà disintossicanti, depurative, calmanti. In cosmesi sono utilizzate come astringenti e decongestionanti, infatti sono utili per lenire la pelle e gli occhi irritati.

Edera Terrestre

Pianta perenne con fusto strisciante. Alcuni rami fioriscono mentre altri formano delle radichette ai nodi e fioriscono l’anno seguente. Pianta che presenta foglie cuoriformi, cortemente picciolate e pelose. La pagina fogliare si presenta piuttosto rugosa, il margine dentato. I fiori sono caratterizzati alla base da delle brattee. Il calice è peloso e sono caratterizzati da un colore che va dal rosa al blu. Fioriscono da inizio primavera a inizio estate. La parte utilizzata della pianta è lo stelo in fiore. In cucina si usano le foglie per preparare minestre e frittate. L’infuso delle foglie risulta digestivo e molto piacevole. Risulta non avere nessun utilizzo in cosmetica. A cosa serve? In passato è stato ritenuto un valido rimedio naturale in caso di: Tosse grassa, catarro, sinusite, infiammazioni cutanee e mal di testa. Questa pianta officinale deve essere assunta con cautela e per brevi periodi. Evitare di eccedare con la dose consigliata in quanto non esistono dati certi sulla sua possibile tossicità. Si sconsiglia l’utilizzo in gravidanza, allattamento ed in età pediatrica.

Farinello

Specie erbacea annuale, glabra,  alta 20-250 cm. Fusto eretto, robusto, ramificato, angoloso, verde o verde-rossiccio. La pianta è alta oltre il metro, con radice fittonante, ha fusto per lo più eretto, angoloso e ramificato, e foglie romboidali alterne, picciolate,  margine variamente dentato, di colore verde e a lamina farinosa, soprattutto di sotto. Fiori piccoli, verdastri, raggruppati in glomeruli contigui a formare spighe compatte allungate. Semi numerosi, nero lucidi. Pianta alimentare, localmente apprezzata e raccolta da pochi. Anche i semi, macinati finemente, formano una farina scura commestibile. Nella medicina popolare per il suo contenuto di ferro, vitamina A, B, C, veniva usata come antiflogistica, lassativa, antireumatica e antielmintica. Viene usata anche per problemi dentali, contro le punture di insetti e le scottature. I semi contengono Lisina, precursore di una vitamina come la Niacina, essenziale per l’organismo umano che non è in grado di sintetizzarla. Dai giovani germogli si ottiene un colorante verde, mentre dalle radici si possono ricavare saponi. Si possono utilizzare le foglie più tenere e i giovani getti. Il suo sapore è decisamente preferibile a quello degli spinaci. Le parti tenere possono essere lessate (meglio cotte a vapore per pochi minuti) e poi saltate in padella con olio, aglio e peperoncino. Possono essere usate anche per fare ottimi risotti o come ripieno di torte e ravioli. Viene usata anche per colorare paste fresche.

Ortica

Pianta erbacea perenne alta fino ad 1 metro, con fusti dalla sezione quadrata e rizoma strisciante. Pianta che presenta foglie di forma lanceolata, con margine seghettato e ricoperte da peli urticanti. Fiori di colore verdastro, piccoli, riuniti in grappoli ramificati. In cosmetica in lozioni e shampoo dalle proprietà toniche, rinforzanti ed astringenti sul cuoio capelluto, utili per capelli fragili, grassi e con forfora. Con lo stesso effetto si può utilizzare anche il decotto, da applicare con frizioni sul cuoio capelluto. In cucina si utilizzano le foglie tenere per la preparazione di minestre, zuppe, frittate e ravioli.

Lunaria

La lunaria conosciuta anche con il bizzarro nome  «moneta del papa», è una bellissima pianta sia in fiore che essiccata che si è  ben ambientata in tutto il nostro paese ed è molto facile da coltivare. Nonostante sia molto  attraente durante la sua fioritura, viene coltivata soprattutto per essiccarne gli steli e i frutti (silique) che hanno la caratteristica forma piatta ed ovale ed uno splendido colore argento e che vengono largamente impiegati per composizioni di fiori secchi (proprio da qui il nome Moneta del Papa). Le lunaria ha steli eretti e ramificati, la cui altezza arriva a misurare i 120 cm. Le foglie sono triangolari e dentate. I fiori sono di colore violaceo, inodori nella Lunaria annua, e profumati nella Lunaria rediviva. Un tempo la pianta, in particolare le radici e le foglie, veniva usata a scopo alimentare, e consumata in insalata oppure cotta. I semi adeguatamente pestati venivano invece impiegati come aroma.

Equiseto


Pianta dal fusto verde sterile privo di semi e fiori. Caratterizzato da rigature e stami verticillati. Si moltiplica tramite spore diffuse da un secondo tipo di fusto, alto circa 20 cm e di colore grigio. Questo fusto, caratterizzato da uno strobilo alla sommità, compare nella base della pianta nel periodo primaverile. Dopo la caduta delle spore lo strobilo lentamente scompare e i fusti fertili diventano simili e quelli sterili. L’Equiseto di campo (Equisetum arvense) è quello da usare come decotto ricco di sali minerali, anche se è più raro del tossico equiseto di palude (Equisetum palustre). Per distinguerli, osservate gli steli: se le foglie e le spighe crescono contemporaneamente, si tratta di equiseto di palude. L’equiseto di campo, invece, produce dapprima steli con sole spighe, che vengono poi sostituiti da steli con sole foglie in verticilli, che sono sterili. L’equiseto di campo non supera i 40 cm e questa perenne che cresce in zone piuttosto umide è interessante in fitoterapia proprio per i suoi steli sterili. È possibile raccoglierli ed essiccarli.

Piantaggine

La piantaggine è una pianta erbacea di piccole dimensioni, con una rosetta di foglie lanceolate nella Plantago lanceolata, più corte e tondeggianti nella major. Le foglie di piantaggine presentano tre-cinque nervature parallele ben visibili, che consentono il riconoscimento della pianta. In primavera-estate, dalla rosetta di foglie si sviluppa uno stelo che porta l’infiorescenza, formata da piccoli fiori bianchi o rosati riuniti in una spiga. Al termine della fioritura, si sviluppano i frutti contenenti i semi e la spiga assume un colore bruno. La piantaggine viene adoperata soprattutto per trattare infiammazioni della bocca, della gola e delle vie aeree. La piantaggine ha azione emolliente, sedativa e astringente e aiuta a dare sollievo in caso di tosse, mal di gola, bronchite. La presenza di aucubina – un glicoside iridoide – fa della piantaggine un rimedio utile anche in caso di allergia, in particolare per le reazioni allergiche che coinvolgono le vie respiratorie. Esternamente, i preparati a base di piantaggine vengono usati come lenitivi per la pelle irritata, per velocizzare la cicatrizzazione delle ferite e per contrastare l’herpes. Sempre per uso topico, la piantaggine aiuta anche in caso di punture di insetti, congiuntivi e acne. Infine, la piantaggine è anche una tra le molte piante commestibili. Le foglie, raccolte prima della fioritura della pianta, possono ad esempio essere usate crude per preparare un’insalata di piantaggine o di erbe miste. Non esistono particolari controindicazioni per l’assunzione della piantaggine. Si consiglia di evitarne l’uso in caso di allergia o sensibilità individuale e di consultare il medico prima di utilizzare la piantaggine in gravidanza, anche se non risulta controindicata.

Melissa

La melissa è pianta erbacea, perenne, alta fino a 80 cm, ma è più frequente raggiunga un’altezza compresa fra i 40 ed i 50 cm, con rizoma legnoso e fusti a sezione quadrata ramificati alla base disposti in ciuffi densi e compatti. Le foglie sono opposte, di forma ovale e cordate, lucide anche se leggermente tormentose. La forma può variare leggermente e le foglie possono essere più o meno cuoriformi, più o meno allungate, più o meno appuntite. Il colore verde può variare moltissimo di tono, dal chiaro allo scuro, in funzione del terreno, dell’esposizione e dell’acqua disponibile. Le foglie, lasciate crescere fino all’autunno senza essere raccolte, possono superare i cinque centimetri di lunghezza e raggiungere la stessa misura in larghezza. Per avere una conferma che la pianta individuata sia effettivamente melissa basta prendere una foglia e sfregarla fra le dita: se sprigiona un inconfondibile aroma che sa di limone, ma non è così aspro, ed ha una nota finale dolce abbiamo fatto centro. Della melissa le parti utilizzate sono le foglie e le sommità fiorite. In cosmetica si utilizza: l’acqua di Melissa viene usata per tonificare, purificare e decongestionare la pelle. L’olio essenziale è consigliato per il trattamento topico dell’Herpes labiale in virtù delle sue potenti proprietà antibatteriche, antifungine ed antivirali. In cucina grazie al suo aroma di limone, molto piacevole, può essere utilizzata per aromatizzare vari tipi di pietanze, nella preparazione di gustose misticanze, nei liquori e in pasticceria.

Ranuncolo

Il ranuncolo selvatico è una pianta erbacea perenne con una radice tuberosa. La parte superiore della pianta è composta da una rosetta di foglie basali, che sono di forma ovale e di colore verde scuro. I fiori sono di colore giallo brillante e hanno una forma a stella. I fiori sono raggruppati in una infiorescenza a forma di ombrello. Un modo semplice per identificare il ranuncolo selvatico è quello di osservare le foglie. Le foglie basali sono di forma ovale e di colore verde scuro. Sono di dimensioni variabili, ma generalmente hanno una lunghezza compresa tra i 5 e i 10 cm. Le foglie sono lisce al tatto e hanno una consistenza vellutata. Un altro modo per identificare il ranuncolo selvatico è quello di osservare i fiori. I fiori sono di colore giallo brillante e hanno una forma a stella. Sono raggruppati in una infiorescenza a forma di ombrello. I fiori hanno un diametro di circa 2 cm e sono composti da cinque petali. Infine, è importante notare che il ranuncolo selvatico è una pianta erbacea perenne. Il ranuncolo selvatico è una deliziosa aggiunta alla cucina. Può essere utilizzato in una varietà di piatti, dai contorni ai primi piatti. Il ranuncolo selvatico ha un sapore simile a quello dei cavoli, con una nota di nocciola. Ranuncolo selvatico può essere cotto in una varietà di modi. Può essere cotto al vapore, bollito, saltato in padella o anche fritto. Può essere aggiunto a zuppe, insalate, risotti o anche usato come condimento per piatti di carne o pesce. I ranuncoli selvatici sono una fonte di nutrienti essenziali e possono essere usati come rimedio naturale. Sono ricchi di vitamine, minerali, antiossidanti e altri composti benefici per la salute. Consumare regolarmente ranuncoli selvatici può aiutare a mantenere una buona salute generale.

Euforbia

Sono piante succulente, arbusti, piante perenni o alberi di medie dimensioni. I colori del fogliame sono vari, dal verde scuro al verde chiaro e striato di bianco. Durante la primavera, l’estate e l’autunno producono caratteristiche infiorescenze, costituite da piccoli fiori verdastri, sottesi da brattee tondeggianti, di colore rosso o aranciato, ma talvolta bianco o giallo. Le specie sono molte, alcune sono sempreverdi. Si tratta in genere di piante di facile coltivazione, che si sviluppano dai 30-40 cm delle perenni, fino ai 120-150 cm degli arbusti più vigorosi. Altro elemento distintivo è la sostanza velenosa che fuoriesce quando le piante vengono incise lungo il fusto. Al contatto con la pelle, il lattice procura un intenso prurito. La pianta, che in sardo si chiama anche “sa Lua” secondo alcune leggende un tempo veniva utilizza per agevolare la pesca dei pesci nei fiumi dell’interno: i pescatori sminuzzavano i rametti dell’Euforbia in un contenitore con acqua tiepida e li pestavano in modo da far fuoriuscire il lattice: la poltiglia ottenuta, se sversata nello specchio d’acqua, stordiva i pesci (a causa della tossicità del lattice) facilitandone la cattura. Questo sistema di pesca non si usa più, ma si usa ancora invece il modo dire “alluau” riferito alle persone poco sveglie, o intontite dall’effetto di alcool o droghe appunto come “su pisci alluau”.

Lamio

Quest’erba è dotata di una radice a fittone e si sviluppa in altezza grazie ad un fusto di forma quadrangolare e cavo all’interno. Solitamente il lamio non supera i 40 cm di altezza e porta numerose foglie disposte in maniera opposta tra loro, picciolate, di forma ovata e con margine dentato. Proprio da qui arriva il suo nome popolare, ovvero “falsa ortica” a causa della somiglianza nella forma delle foglie, il suo cortissimo pelame vellutato non possiede alcuna capacità urticante.I fiori, piccoli e di color rosa o violetto, sono a forma di labbra e, al loro interno sono ricchi di nettare mellifero, molto apprezzato da numerose specie di insetti impollinatori. I fiori si rimuovono con estrema semplicità e alla suzione se ne percepisce subito la dolcezza. Il frutto si sviluppa all’interno del calice e si presenta diviso in quattro parti. I semi tondeggianti, neri e piccolissimi, si disperdono molto facilmente, trasportati dal vento o talvolta dagli stessi insetti che hanno contribuito all’impollinazione. La tradizione sostiene inoltre che si tratta di una pianta che aiuta a combattere il malumore. Nella medicina popolare vengono usate le foglie per le loro proprietà diuretiche leggermente lassative. Si tratta di una pianta mangereccia che si può consumare per intero. Le foglie e i fiori si possono consumare in padella saltate, lesse o nelle frittate. Trovano spazio in cucina anche come aggiunta per minestre e zuppe in quanto si sposano molto bene con le patate. Si possono fare anche ottimi risotti e infusi.

Rovo

Il rovo selvatico è una pianta spinosa che appartiene al tipo di piante perenni considerate infestanti. I germogli della pianta raccolti in primavera, invece, erano apprezzati in insalata come alimento lassativo e depurativo. Il rovo selvatico (Rubus ulmifolius) è una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Rosaceae. Si caratterizza principalmente per i fusti aerei lunghi fino a 6 metri ricoperti di spine arcuate. Anche le foglie hanno margini seghettati e punte acuminate di colore verde scuro, ricoperte da una leggera peluria biancastra. La pianta produce fiori semplici a cinque petali generalmente bianchi e rosa, raggruppati in infiorescenze di forma piramidale. In erboristeria e fitoterapia i suoi principi attivi sono considerati un valido rimedio naturale. Tutte le parti del rovo possono essere utilizzare per preparazioni erboristiche e fitoterapiche. Il suo frutto è considerato a tutti gli effetti un frutto di bosco e ha proprietà nutrizionali eccellenti, con un ottimo contenuto vitaminico, in particolare C e A.

Cicutaria

Cicutaria è una pianta annuale o biennale nei climi più temperati, pelosa e lignificata alla base. Le foglie sono pennate con un lungo picciolo che porta un seme a forma di corno che si apre a forma di spirale per favorire la dispersione dei semi dotati di strutture piumose simili a paracadute. I fiori sono di colore rosa spesso con macchie scure alla base in infiorescenze di 10 elementi: cinque fertili e cinque sterili. I semi vengono lanciati lontano favoriti da un meccanismo a molla dovuto ai semi che cambiano la forma quando si essiccano. La spirale si svolge rapidamente quando cambia l’umidità atmosferica seppellendo parzialmente i semi nel terreno. La pianta viene raccolta da tempo allo stato selvatico per uso locale come cibo, medicina e fonte di materiali. Tutta la pianta è commestibile e i giovani getti hanno un sapore simile al prezzemolo. È inoltre una pianta utile per la produzione di nettare e polline. Per quanto riguarda gli usi commestibili, si possono consumare le foglie giovani, crude o cotte, come erbe aromatiche. La radice, in alcune aree, viene masticata dai bambini come una gomma. Per uso medicinale, l’intera pianta è astringente ed emostatica. È stata utilizzata nel trattamento del sanguinamento uterino e di altro tipo. La radice e le foglie venivano un tempo consumate dalle mamme che allattavano per aumentare il flusso di latte. Per uso esterno, la pianta è stata utilizzata come detergente su morsi di animali, infezioni della pelle, ecc..

Luppolo

Il luppolo comune è una pianta erbacea e perenne facente parte della famiglia delle Cannabaceae. L’apparato radicale è costituito sia da rizomi che da radici vere e proprie. I rizomi si sviluppano a circa 20-30 cm in profondità dal suolo. Si presentano succosi e di grosse dimensioni ed ospitano gemme e radichette. Le radici scavano nel terreno fino a circa 1 metro e mezzo e si espandono lateralmente fino a 3 metri. Inoltre, diventano legnose con il trascorrere degli anni e sono prive di gemme. Oltre a costituire l’ingrediente elettivo di prestigiose birre, il luppolo è un’eccellente pianta officinale ed aromatica. Inoltre, in fitoterapia si impiega prevalentemente per trattare affezioni batteriche, stati d’ansia, insonnia e disturbi legati alla menopausa. Ma i getti giovani del luppolo selvatico si utilizzano anche per  impreziosire prelibatezze culinarie, quali: risotti, minestre e torte salate. Il luppolo è ricco di due principi attivi: l’umulone e il lupolone che conferiscono alla birra, il caratteristico sapore amarognolo. Non solo, preservano la bevanda dall’attacco di batteri e muffe. La lupolina, contenuta nei coni del luppolo, produce flavonoidi prenilati: sostanze ricche di proprietà benefiche per l’organismo umano. In particolare hanno un’importante attività estrogenica. Il luppolo può peggiorare i sintomi della depressione e alcuni dei suoi componenti possono comportarsi come gli estrogeni; per questo il luppolo è controindicato anche se si soffre di malattie sensibili agli ormoni. Infine, non si hanno informazioni sulla sicurezza d’uso del luppolo durante la gravidanza e l’allattamento.

Alliaria

Un’erba davvero buona da mangiare, facile da trovare e riconoscere, basta spezzettare una foglia ed annusare: il forte odore di aglio. Questo caratteristico forte odore viene emanato da tutte le sue parti, radici comprese, e passa anche al latte delle mucche che se ne cibano. Le foglie e i fiori possono essere usati nell’insalata o per una salsa d’accompagnamento. Sono buonissimi anche da far saltare in padella al posto dell’aglio nel misto di erbe cotte. I semi possono essere usati come gradevole spezia, sostituiscono la senape. Per estrarre più sapore potete pestarli con il pestello prima di unirli al piatto. Le foglie sono triangolari e cuoriformi dall’aspetto un po’rugoso, ma di un bel verde. I fiori essendo molto nettariferi sono amati dalle api. La fioritura avviene da aprile a giugno. I fusti invece sono eretti, cilindrici e leggermente pubescenti ma solo alla base. I semi neri sono racchiusi in silique che sembrano minuscoli bastoncini eretti. La pianta può raggiungere un’altezza di 100 cm. Anche la radice della pianta è commestibile e va raccolta in inverno. Non esistono controindicazioni nel consumo dell’alliaria, sicuramente come per tutte le spontanee commestibili ed i fiori ne va fatto un uso moderato. Trova largo utilizzo soprattutto come rimedio naturale per le problematiche che interessano l’apparato respiratorio. È un vero toccasana nelle tossi catarrali in quanto funziona da espettorante. I fiori sono degli ottimi antiasmatici. Ha anche delle proprietà antisettiche che permette l’utilizzo dell’alliaria per pulire le ferite oppure applicandola sui geloni.

Consolida

Pianta caratterizzata da un grande rizoma ramificato che si sviluppa verso il basso con radici carnose. La corteccia di rizoma e radici è nera e lucida mentre l’interno è bianco. Il fusto, ramificato e ricoperto da peluria, può raggiungere un’altezza di 1 metro. Foglie quelle basali sono ovali con apice acuminato, lunghe fino a 30 cm e caratterizzate da un lungo picciolo, mentre quelle superiori sono piccole, lanceolate e la lamina fogliare non si arresta ma prosegue lungo il fusto. Tutte le foglie hanno una superficie rugosa con nervature prominenti e di colore biancastro. Fiori riuniti in pannocchie con calice verde e corolla bianca tubulare caratterizzata da 5 denti che ricurvano verso l’esterno. Frutti formati da 4 acheni ovali lisci, lucidi e marroni, racchiusi nel calice. Sconsigliato l’uso interno. Ottimo sulla pelle come ingrediente in cosmetici dall’azione emolliente, antipruriginosa, addolcente e cicatrizzante. Come ingrediente in creme, maschere, dopobarba, pomate, ecc. Infuso (per uso esterno). Utilizzata anche come fertilizzante.

Edera

L’Edera comune è una pianta arbustiva lianosa e sempreverde, rampicante o strisciante al suolo e radicante. I suoi fusti sono volubili e aderiscono a qualsiasi elemento ne permetta lo sviluppo in verticale grazie a radici avventizie, emesse ai nodi delle ramificazioni. Dove ciò non fosse possibile, i fusti assumono allora un portamento strisciante aderendo al suolo. I fusti presentano dapprima una corteccia liscia e glabra, poi scabra; in quelli più vecchi la corteccia è grigiastra e fessurata. Può raggiungere i 20 m di lunghezza. Le foglie sono sparse, persistenti e coriacee, con margine liscio. Hanno colore verde cupo con nervature biancastre, lucide nella pagina superiore, picciolate e di forma variabile. I suoi frutti, velenosi per l’uomo, sono invece un importante cibo invernale per tordi, merli e altri uccelli. Tutte le parti della pianta, in particolare le foglie giovani e le bacche, sono tossiche. Per uso interno possono provocare intossicazione, che si manifesta con sintomi di nausea e vomito e depressione del sistema nervoso centrale, fino a coma con depressione respiratoria. Per contatto possono provocare gravi irritazioni e allergie cutanee.

Bugola

La bugola è una piccola pianta spontanea nota anche come erba morta, erba di San Lorenzo o erba Lorenza. La bugola è una piccola pianta erbacea dal portamento strisciante, che non supera i 20 cm i di altezza. L’aspetto della pianta è tappezzante, con foglie che si diffondo a raggio e formano tappeti verde scuro. Le piante sono fortemente aromatiche e il fusto presenta sfumature violette tendenti al porpora. Le foglie, spatolate e a forma di cucchiaio, hanno un aspetto lucido, quasi metallico. I fiori a calice si sviluppano parallelamente formando delle spighe lungo tutto il fusto, sono di un blu intenso che tende al violetto e contengono stami giallastri e sporgenti. Della bugola si utilizzavano le foglie ricche di tannini, saponine e oli essenziali e alle quali erano attribuite proprietà astringenti, antinfiammatorie, antisettiche e cicatrizzanti. Per uso esterno della bugola si usano le foglie e sotto forma di infuso da utilizzate per ferite cutanee, emorroidi e per effettuare gargarismi e come collutorio naturale in caso di infiammazioni della bocca, delle gengive e della gola.  La bugola è utilizzata anche a scopo cosmetico, in particolare nella produzione di lozioni e prodotti anti caduta per capelli. Per uso interno si utilizzano integratori di bugola per contrastare l’alopecia androgenetica, l’acne e per prevenire l’iperplasia prostatica benigna, malattia che provoca l’ingrossamento della prostata. Il suo impiego a uso interno risulta oggi scosigliato.

Acetosa

L’acetosa è una pianta erbacea, perenne, che presenta un fusto rossastro e cavo. Le foglie sono grandi di colore verde scuro, mentre i fiori verdi o rossastri si presentano in grappoli. L’acetosa è diffusa nei prati fino ad un’altezza di 2.300 metri. Della pianta di Acetosa si utilizzano foglie e fusti freschi e la radice. Consumata fresca, l’acetosa ha un sapore acidulo e si usa in aggiunta alle insalate fresche, agli spinaci e le verdure cotte in genere. Per uso interno, in erboristeria, si utilizza la pianta intera o le foglie giovani. Il decotto è utile come diuretico e rinfrescante, per il trattamento di gengiviti ed in generale contro le infiammazioni della bocca. I cataplasmi delle foglie fresche sono un ottimo rimedio per le irritazioni della pelle e le punture di insetti. Il pediluvio con il decotto di acetosa è utile per decongestionare e favorire la circolazione sanguigna dei piedi. La radice, estratta dal terreno in autunno e posta in infusione o decotta, svolge azione lassativa e diuretica. Un impacco di foglie fresche, sminuzzate e stese sulla pelle del viso, chiude i pori dilatati e fa scomparire i cosiddetti “punti neri”.

Tarassaco

Il Tarassaco è una pianta spontanea considerata depurativa per eccellenza per le vie biliari e diuretica. Noto anche come ‘soffione’ o ‘piscialetto’ e ‘dente di leone’. È pianta erbacea perenne, con fusto semplice, cavo all’interno, alto fino a 40 cm. Possiede una robusta radice fittonante e fusti glabri e lattiginosi che raggiungono un’altezza di 30-40 cm. Le foglie del tarassaco sono semplici ed oblunghe, si differenziano da quelle delle altre Asteraceae per il margine dentellato (da cui deriva il nome dente di leone) che le accomuna alle piante della famiglia dei cardi,  possono essere più o meno lunghe, erette oppure sdraiate al suolo. Pianta con fiori che sono dei capolini di colore giallo intenso. Alla fine della fioritura si trasformano in un ciuffo piumoso (pappo) che viene disperso nell’aria ed è utile per la riproduzione della pianta. Il contatto con la pianta può provocare dermatiti allergiche ed irritazioni delle pelle per la presenza di lattoni sesquiterpenici. Il tarassaco viene da tempo immemore consumato come alimento: grazie ai suoi valori nutrizionali garantisce un importante apporto di fibre solubili, antiossidanti, flavonoidi, potassio, magnesio e fitosteroli. Le foglie giovani di tarassaco possono essere consumate crude o cotte, impiegate per delle insalate primaverili depurative, in frittate o pesti per condire la pasta. Le foglie possono essere cotte al vapore (o bollite, sebbene perderanno molti dei principi attivi in acqua) ed utilizzate come contorno. Il tarassaco è uno dei rimedi erboristici più validi ed impiegati nella tradizione popolare, in particolare per l’effetto diuretico e di disintossicazione e purificazione del fegato.

Trifoglio

Il trifoglio è un genere di pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Fabacee (o leguminose) e comprendente circa 300 specie. Deve il suo nome alla caratteristica forma della foglia, divisa in 3 foglioline (alcune specie però possiedono 5 o 7 foglioline).  La pianta è per lo più annuale o biennale e in qualche caso perenne; la sua altezza è normalmente attorno ai 30 cm. I due tipi più comuni di trifoglio sono: Trifoglio rosso, Trifoglio bianco o ladino. Vari studi farmacologici e clinici indicano il trifoglio come pianta sicura: non si riportano tossicità ed effetti collaterali significativi, anche per trattamenti a lungo termine. Tuttavia, il trifoglio non è raccomandato per le donne in gravidanza e con condizioni come l’endometriosi, fibromi uterini e tumori del seno, delle ovaie o dell’utero. Non devono assumere trifoglio a causa di possibili effetti estrogenici. Il trifoglio, una volta piantato, cresce rapidamente (2-15 giorni). Dopo circa 48 ore la pianta comincia a germogliare, presentando due piccoli lobi, ai quali se ne aggiunge un terzo in circa 5-6 giorni. Il trifoglio è il più potente fitoestrogeno naturale. Dal trifoglio, infatti, si estraggono ormoni vegetali (fitormoni), in particolare estrogeni, validi per rallentare l’invecchiamento di cute e mucose. Tra le proprietà del trifoglio troviamo: allevia i sintomi della sindrome premestruale (come il dolore al seno), la sua assunzione regolare è in grado di abbassare i livelli del colesterolo cattivo, favorendone quello buono: per questo motivo può essere d’aiuto per prevenire le malattie cardiache, può aiutare a smettere di fumare. I fiori di trifoglio e le foglie sono commestibili in molteplici modalità, da fritture a bevande. Il sapore è come quello del prezzemolo e le foglie si prestano ad essere consumate crude in insalata o cotte con altre erbe. I fiori decorano piatti e insalate, oppure si friggono in pastella.

Nocciolo

Il nocciolo è un arbusto di medio sviluppo che in genere non supera i 3, massimo 5, metri di altezza. In giardino è indicato per formare siepi o creare delle “macchie” accostando alcune piante. La corteccia è di colore brunastro tendente al grigio, liscia o debolmente rugosa, con il tempo si desquama in strisce circolari. Foglie semplici, bifacciali, brevemente spicciolate, con inserzione alterna, obovate, cuoriformi alla base, acuminate all’apice. Il margine presenta una doppia seghettatura. La pagina superiore è verde scuro, quella inferiore più chiara e tomentosa. È una specie molto adattabile; non teme il freddo invernale, tanto da iniziare addirittura a fiorire proprio in questa stagione. Vegeta bene dalla pianura alla collina fino a circa 1300 metri di altitudine e si adatta a diversi tipi di terreno, purché non troppo umido. Una delle caratteristiche del nocciolo è l’epoca di fioritura che è sicuramente “fuori stagione” poichè avviene in pieno inverno. Ma oltre all’epoca anche la biologia fiorale è abbastanza caratteristica. Il nocciolo viene classificato come pianta “monoica” cioè con fiori unisessuali, distinti in maschili e femminili, presenti sulla stessa pianta. I fiori maschili sono i più appariscenti, costituiti da lunghi filamenti che si formano in estate sui rami dell’anno. In inverno terminano di svilupparsi allungandosi e liberando una gran quantità di polline. Fin dall’antichità le nocciole sono state apprezzate come un alimento ricco d’energia, grazie all’elevato contenuto di grassi (circa il 60%). Questo non significa che dobbiamo relegarle nella categoria degli alimenti “a rischio” poiché la maggioranza di questi lipidi appartengono agli acidi grassi monoinsaturi (come l’acido oleico delle olive). Questa categoria di grassi è preziosa poiché contribuisce a ridurre il colesterolo “cattivo”, contribuendo a proteggere i tessuti dall’invecchiamento e a prevenire l’arteriosclerosi e le patologie cardiovascolari. Quindi, come per tanti altri alimenti, un consumo moderato ha sicuramente effetti benefici.

Acacia

L’altezza dell’albero sfiora i 25-30 metri. La corteccia è di un colore marrone scuro, i rami contengono spine e la chioma assume una caratteristica forma tondeggiante. Le foglie sono verdi e sono raggruppate in piccoli gruppi. Nel periodo tra maggio e giugno nascono dei piccoli fiori di colore bianco-giallognolo, molto profumati. Più tardi compaiono i frutti, che altro non sono se non dei piccoli baccelli che raggiungono un colore marrone scuro. Questa pianta ama il sole diretto, tuttavia è molto resistente per cui si adatta anche a zone poco soleggiate o con condizioni climatiche particolari, come in riva al mare. Viene impiegata, oltre che per la produzione di miele, anche come rimedio naturale. Sono numerose le proprietà che ne garantiscono l’impiego in fitoterapia e nella medicina popolare. Questo grazie alla presenza di flavonoidi, mucillagini, tannini catechici e derivati flavanici. Inoltre, questa pianta è ricca di: vitamine: vitamina A, vitamine B (B1, B2, B3). Sali minerali: ferro, calcio, magnesio, fosforo, zinco, sodio, potassio.Oli essenziali: numerosi sono anche gli oli essenziali. Oggi si utilizzano i fiori per la preparazione di marmellate e liquori. Se i fiori vengono essiccati, sono impiegati per tisane dall’effetto distensivo. Inoltre, da essi viene estratto un aroma, chiamato piperonal, a volte utilizzato come alternativa alle bacche di vaniglia.

Acero negundo

È un albero di piccola-media grandezza, caratterizzato da uno sviluppo particolarmente rapido e da una longevità piuttosto breve, alto da 5 a 15 m, con un portamento espanso o arbustivo; nel primo caso la chioma è tondeggiante, densa, ramificata e raggiunge le dimensioni di 5-6 m, mentre nel secondo caso si sviluppano numerosi fusti dalla base e la parte aerea assume una forma piramidale e non supera i 7-8 m di altezza. Il tronco è tortuoso e ramificato, i germogli rimangono verdi; la corteccia è di color grigio scuro e liscia, col passare degli anni si formano delle lievi fessurazioni. Il legno è poco resistente, chiaro, piuttosto leggero e di cattiva qualità. Le foglie sono caduche, composte, provviste di picciolo e di un color verde chiaro che diventa giallo in autunno; ciascuna foglia è costituita da un picciolo sul quale si inseriscono a due a due più una apicale (possono essere 3-5 o 7) delle foglioline lunghe 6-8 cm, larghe 4-5 cm, aventi una forma ovale-lanceolata ed un margine seghettato. È una pianta dioica, per cui i fiori maschili e femminili si trovano su esemplari diversi. I fiori maschili sono raggruppati in infiorescenze a corimbo erette di colore rosso, mentre quelli femminili sono riuniti in grappoli pendenti di un colore giallo tendente al verde. La fioritura avviene ad inizio primavera, prima dell’emissione delle foglie, l’impollinazione è anemofila, per cui operata dal vento. Per la produzione dei semi è necessaria la presenza di impollinatori maschili. Il frutto è una samara costituita da due semi alati di colore giallastro che formano un angolo acuto, lunghi 3-4 cm; i semi possono persistere sulla pianta anche durante l’inverno.

Biancospino

Arbusto cespuglioso e spinoso, di rado supera i 5 m di altezza. Caratterizzato da una corteccia giallo-grigio che scurisce con l’avanzare dell’età. Presenta foglie picciolate e di forma romboidale. Lunghe 3-6 cm, con lobi dentellati. I fiori piccoli e bianco-rosati, riuniti in corimbi, molto profumati. Fioriscono in primavera. I suoi frutti in realtà sono falsi frutti di forma ovale e di colore rosso, contengono al loro interno il vero frutto, sotto forma di 1 o 2 noccioli. Può essere utilizzato per fare un bagno rilassante. Viene chiamata la “valeriana del cuore”, in quanto è un ottimo tonico stimolante cardiaco, dilata le arterie coronariche migliorando l’afflusso del sangue, elimina le aritmie. Vanta anche proprietà: diuretiche, ipotensive, astringenti, antidiarroiche. In cosmetica è utilizzato per la sua azione astringente e normalizzante sulle pelli grasse. In cucina trovano impiego i frutti per bevande fermentate e per produrre una delicata marmellata lievemente astringente. Non somministrare il biancospino in associazione a farmaci per la pressione, vasodilatatori o con attività cardiotonica. È usato sia come pianta ornamentale che come pianta officinale. Grazie al suo andamento arbustivo, il biancospino può essere coltivato anche come siepe. Parliamo di una pianta caducifoglia (quindi non è sempreverde). Può svilupparsi tra i 50 cm e i 6 metri di altezza. Presenta una corteccia compatta e un fusto di colore grigio.I rami più giovani presentano spine e in primavera producono gemme e fiori.

Acero campestre

È un albero a crescita lenta, con una longevità superiore ai 100 anni, di medie dimensioni, alto fino a 15-18 m, con una chioma compatta e tondeggiante; nei casi in cui il tronco si ramifica in basso la pianta assume un portamento arbustivo. Il fusto è ramificato, contorto e può raggiungere un diametro di circa 1 m, i rametti rispetto agli altri aceri sono pelosi, la corteccia è liscia e scura nelle piante giovani, mentre negli esemplari adulti presenta delle fessure rettangolari ed assume una colorazione marrone tendente al grigio. Le foglie sono caduche, opposte, provviste di picciolo, lunghe 7-15 cm, e larghe fino mediamente 7-8 cm, lisce, con 3-5 lobi arrotondati, verdi scure e di un color giallo lucente in autunno. I fiori sono ermafroditi, di un colore giallo tendente al verde e riuniti in infiorescenze lunghe 7-10 cm. Il frutto è una samara costituita da due semi alati, lunghi fino a 3 cm e disposti in modo da formare un angolo piatto. Il legno è resistente ed è impiegato per costruire soltanto piccoli oggetti e come combustibile in quanto si deforma facilmente.

Alloro

Pianta sempreverde la cui dimensione varia da quella di un piccolo arbusto a un albero. Presenta una corteccia generalmente liscia, dapprima verde e poi più scura maturando. Presenta foglie coriacee e lunghe fino a circa 10 cm, di colore verde scuro, glabre e di forma oblunga con un apice acuto. Brevemente picciolate e con margine ondulato. Se le si osserva in controluce si possono notare alcuni puntini dati dalle ghiandole che contengono l’olio essenziale. I fiori riuniti in ombrelle in corrispondenza dell’ascella delle foglie. Si distinguono in: maschili (con 8-12 stami) e femminili (con l’ovario). Si usa in cosmetica per l’eccessiva sudorazione dei piedi si possono praticare dei pediluvi con un decotto di drupe schiacciate. L’olio di alloro può tornare utile anche nel contrastare gli inestetismi della pelle come brufoli. Nella tradizione popolare l’alloro veniva usato anche per capelli più belli e lisci. Facendo bollire alcune foglie di alloro in acqua, si filtrava e si svolgeva un impacco prima dello shampoo. In cucina le foglie di alloro sono da sempre usate come condimento per diversi piatti, e anche per preparare tisane, infusi e liquori. Le principali proprietà benefiche dell’Alloro sono: Digestiva (svolge un’azione aperitiva ed eupeptica stimolando gli enzimi digestivi e calmando tensioni come il mal di stomaco), Antisudorale, Balsamica (favorisce il benessere delle vie respiratorie).

Pioppo

È una pianta dioca, ciò significa che ci sono sia esemplari maschili che femminili. I primi hanno gemme più piccole e numerose e chiome slanciate, mentre i secondi hanno rami spessi, chioma folta e gemme più grosse. Il pioppo è in genere un albero resistente che non necessita di particolari cure. Cresce velocemente ed è particolarmente adattabile a diversi climi. L’altezza dei pioppi va dai 15 ai 30 metri e oltre, con fusti che possono superare i 2,5 metri di circonferenza. La corteccia degli individui giovani è liscia, con colorazioni che vanno dal bianco al verdastro al grigio scuro, spesso ricco di lenticelle; sugli esemplari più vecchi, diviene generalmente rugosa e profondamente fessurata. Le foglie sono disposte a spirale e la loro forma varia da triangolare a circolare o, più raramente, lobata, con lunghi piccioli. Nelle specie comprese nelle sezioni Populus e Aegiros i piccioli sono appiattiti, sicché il vento può facilmente muovere le foglie dando l’impressione che l’albero “tremi”. Le dimensioni delle foglie variano facilmente da individuo a individuo e spesso cambiano colore in autunno diventando gialle o oro. I pioppi della sezione Aegiros sono diffusi negli ambienti umidi e nelle zone ripariali. Quelli della sezione Populus sono probabilmente le latifoglie più diffuse nell’emisfero boreale. Il Pioppo grazie alle sue preziose proprietà medicinali è stato impiegato sin dai tempi antichi come rimedio della medicina popolare e della fitoterapia, svolge, infatti, un’efficace azione antisettica, antinfiammatoria, espettorante e febbrifuga, utile nella cura delle affezioni alle vie respiratorie. Per uso esterno esercita un’azione antinfiammatoria, antidolorifica e cicatrizzante.

Sambuco

Arbusto o piccolo albero con rami ricadenti la cui parte centrale è caratterizzata dalla presenza di un tessuto bianco e spugnoso. Caratterizzata da foglie di colore verde scuro, con margine dentellato ed apice a punta. I suoi fiori sono molto piccoli e di colore bianco. Sembrano delle ombrelle ed emanano un caratteristico profumo. I frutti sono bacche di colore violaceo con 2/3 semi all’interno. Utile come rimedio naturale in caso di: malattie da raffreddamento: tosse, bronchite, raffreddore, febbre e stati influenzali, coadiuvante nelle diete dimagranti. La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto. Viene scelto questo tipo di legno per la sua estrema leggerezza. La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle. Le foglie sono opposte, imparipennate, di solito con 5 foglioline ovato-lanceolate ed appuntite, seghettate ai margini. I fiori sbocciano in primavera-estate, sono piccoli, odorosi, biancastri, a 5 lobi petaliformi, riuniti numerosissimi in infiorescenze ombrelliformi molto ampie,  si possono preparare infusi, tisane e decotti. Protagonisti di deliziose ed aromatiche frittelle, nonché ottimi utili per insaporire insalate e salse, i fiori di sambuco vengono spesso utilizzati per la preparazione di piatti e bevande tradizionali. Dallo sciroppo fatto coi fiori di sambuca, allungato con acqua, si ottiene una bevanda dissetante molto usata nel Tirolo, in Carnia e in molti paesi nordici e dell’Europa dell’est. Utilizzato anche per lenire stati irritativi di occhi e pelle, nonché per utilizzarli come soluzione astringente per le pelli impure, va preparato un tonico. I frutti sono piccole bacche globose nero-violacee o rosse che contengono un succo di colore viola-porporino scuro che viene impiegato per colorare vini e come esca per la pesca dei cavedani. La maturazione delle bacche va da inizio agosto a metà settembre.

Salice

Nome botanico Salix Babylonica, fa parte della famiglia dei Salicaceae ed è originario della Cina. Il loro habitat naturale è quello che include nelle dirette vicinanze un lago o un corso d’acqua, avendo queste piante, un costante bisogno di bere. Amano anche gli ambienti umidi, dove vivono comodamente. La loro figura è estremamente riconoscibile, grazie ai rami penduli e alle foglie sottili è impossibile non distinguerli dalle altre piante. Le loro dimensioni possono variare a seconda di molti fattori ma, in genere, il salice piangente arriva a circa 10-15m, toccando, in via piuttosto straordinaria, anche i 25m. Con la sua lasciva chioma verde è forse meno immediato il fatto che il salice fiorisce. Eppure, lo fa. Prima dei suoi fiori però sottolineiamo che il salice è una pianta dioica, questo significa che esistono esemplari maschi ed esemplari femmina. Di conseguenza i fiori prodotti non sono uguali fra i due sessi. Questi particolari fiori prendono il nome di “amenti” e si presentano in modo molto semplice. Solitamente sono a grappolo e i fiori maschili sono gialli, più lunghi di quelli femminili che, a loro volta, sono più piccoli e di colore verde chiaro. Il salice è una pianta dotata di proprietà antinfiammatorie, analgesiche e antipiretiche. Grazie all’attività antinfiammatoria e analgesica esplicata dalla salicina contenuta nel salice, il suo uso viene fatto per il trattamento dei dolori reumatici. Le attività analgesiche e antinfiammatorie esercitate dalla salicina possono essere utili anche per il trattamento di dolori di lieve entità di diversa origine e natura, quali il mal di testa, i dolori di origine infiammatoria e i dolori associati al comune raffreddore

Corniolo

È una specie molto longeva e a foglia caduca, appartenente alla famiglia botanica delle Cornacee. Si tratta di un piccolo albero di taglia bassa, che arriva ad un massimo di 8 metri di altezza, di cui a primavera vediamo spuntare molto presto le infiorescenze minute di colore giallo, abbondanti e piacevoli da vedersi. Dopo la fioritura appaiono anche le foglie, che hanno forma ovale, sono acuminate in cima e hanno un colore verde brillante. I frutti sono delle drupe rosse di 2 cm di lunghezza, hanno un nocciolo interno e si chiamano corniole. Iniziano a maturare ad agosto ma la maturazione è scalare e può protrarsi fino ad ottobre. Il legno è molto duro e resistente e trova utilizzo in falegnameria: un tempo, per esempio, veniva usato dai contadini per la creazione dei manici degli attrezzi. Le corniole, che si raccolgono da agosto ad ottobre, in passato erano molto utilizzate, sia come alimento sia per usi terapeutici. Coltivare un albero di corniolo è un modo per riscoprire questo frutto antico, che difficilmente possiamo reperire dal fruttivendolo o al supermercato. Le corniole mangiate tali e quali hanno un sapore acidulo, a meno che non siano molto mature, ma in compenso sono ricchissime di vitamina C che si mantiene soprattutto al consumo crudo. Le corniole si prestano bene alla trasformazione in marmellate, gelatine, canditi, o anche conservate in salamoia come le olive. Trovano anche utilizzo per la preparazione di liquori o per insaporire le grappe.

Quercia

Quercus, nome scientifico,  è un albero deciduo e sempreverde di grandi dimensioni e molto longevo. Esistono, infatti, esemplari che raggiungono i 500 anni di età. Appartiene alla famiglia delle Fagacee e può raggiungere anche i 30 metri di altezza. Questi maestosi alberi, di cui si contano numerose specie, sono diffusi in Italia e in Europa. Originari dell’emisfero settentrionale, crescono anche in Asia e Sudamerica. Il loro legname è molto utilizzato ma la corteccia è ricca anche di sostanze per possibili usi terapeutici. Quest’albero ha un aspetto maestoso e presenta una chioma di forma tondeggiante o ovale. Si adatta facilmente in diverse situazioni. Preferisce terreni profondi e ben drenati e resiste bene a varie condizioni climatiche. Predilige posizioni soleggiate ma si adatta anche in posizioni semi-ombreggiate. Le foglie di questo albero possono mostrare una differente forma e sono lobate. Normalmente sono verdi ma in autunno diventano gialle, rosse e arancioni. Sui rami spuntano le ghiande, i tipici frutti che contengono il seme di quest’albero. Queste noci secche non si aprono una volta raggiunta la maturità e sono parzialmente ricoperte da una cupola. Rappresentano un segno di riconoscimento dei vari tipi di querce. Quando si scorgono le ghiande si è infatti certi di essere di fronte ad esemplari di questi maestosi alberi. La sua corteccia è di colore grigio-marrone e appare con una superficie liscia nei primi anni. Con l’avanzare del tempo compaiono sempre più fessure longitudinali. Svolge un’azione astringente, antinfiammatoria e analgesica del cavo orale. In fitoterapia è spesso utilizzato come decotto, infuso o sotto forma di capsule da utilizzare su eventuale consiglio del medico. Si rivela utile per alleviare disturbi come la diarrea grazie alla sua efficacia astringente dovuta alla presenza dei tannini. L’estratto di quercia può essere consigliato con una certa cautela anche per la sua azione stimolante i processi digestivi. Infine, l’attività antinfiammatoria è utile per il trattamento di cute e mucose.

Melo selvatico

Il fusto del melo selvatico, che spesso assume una forma arbustiva, è corto, con andamento piuttosto ricurvo e tortuoso. La sua chioma ha la forma di ombrello, è ampia ed è composta da rami sporgenti e di solito ricoperti di spine. La sottile corteccia – in gioventù di colore rosso pallido, diviene in seguito marrone grigiastra, tendendo a screpolarsi e formare delle scaglie. I meli selvatici sono alti da 5 a 10 metri e arrivano al massimo a 100 anni di età. Tra la fine di aprile e la metà di maggio sbocciano i fiori provvisti di corolla di forma quasi circolare. Sono assai profumati e disposti in corimbi. I fiori, peraltro non molto abbondanti, sono di colore bianco all’interno e piuttosto rosa chiaro all’esterno. Le foglie del melo selvatico sono ovali, lunghe da 4 a10 cm e larghe 5 cm e possiedono un margine dentellato-seghettato. Contrariamente ai meli coltivati, la pagina inferiore delle foglie è quasi totalmente priva di una peluria biancastra. Le mele – che in senso botanico sono dei falsi frutti – hanno un picciolo corto, sono di forma piuttosto arrotondata e misurano da 2 a 4 cm di diametro. Esse sono di colore verde giallastro, leggermente rosato sul lato esposto al sole. L’alto contenuto di tannini fa sì che le piccole mele abbiano un sapore asprigno. Sono commestibili solo dopo i primi geli autunnali e possono ad esempio essere utilizzate per preparare delle gelatine o messe sotto grappa o alcool in infusione (“pomino”). Nel Medioevo, i frutti aciduli erano utilizzati per conservare le derrate alimentari e per insaporire insalate. Il legno, di colore bianco rosato nell’alburno e piuttosto bruno-rossastro nel durame, possiede una fibratura fine e, soprattutto a causa della sua durezza, era particolarmente apprezzato da tornitori, scultori e intarsiatori.

Piante officinali

Piante officinali commestibili

Piante non commestibili

La natura è nostra amica.

Nel linguaggio comune, si dice che è utopico un progetto immaginario, una fantasticheria che non è realizzabile ma che se lo fosse sarebbe un bene: ogni tanto fa a tutti piacere sottrarsi all’ordinarietà della vita per trovar rifugio nelle sconfinate lande dell’utopia del mondo fatto su misura per noi. Sperare nel compimento di un’alleanza pacifica tra Uomo e Natura formando un armonioso binomio indistinguibile.